domenica 25 agosto 2013

Labirinto

- e ora qualche passo
da parete a parete,
su per questi gradini
o giù per quelli,
e poi un po' a sinistra,
se non a destra,
dal muro in fondo al muro
fino alla settima soglia,
da ovunque, verso ovunque
fino al crocevia,
dove convergono,
per poi disperdersi
le tue speranze, errori, dolori,
sforzi, propositi e nuove speranze.

venerdì 23 agosto 2013

Miscellanea

QUELLO CHE CONTA 

Un sacco pieno di monete
conta
ma anche una carezza
della notte cosa conta?
Conta il mistero segreto
la luna e le stelle.
E un cuscino?
Sì sì che conta mi fa dormire.

Sveva

IL MIO RITRATTO

Il nove luglio nacque il rumore
che faceva molta confusione
con movimento e paura,
l'incertezza eccola qua
sono io.

Luka


Grazie per la sedia
ed avermi dato una casa,
io sono piccolo, ma dentro
sono gigante che è sbocciato
da una briciola.

Christian


Arrivo in Egitto
e vorrei star lì per sempre
il giorno dopo
voglio ritornare a Milano.

Omar


La mia mamma moriva,
le chiedevo aspetta
sta arrivando il mio compleanno,
lei sorrideva e diceva:
avrai un compleanno bellissimo!

Nashua


(Ho scelto quelle che mi sono piaciute di più fra alcune scritte da bambini di quinta elementare. Erano specificate anche le nazionalità, ma sinceramente chissenefrega.)

domenica 18 agosto 2013

Autopsicografia

Il poeta è un fingitore.
Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.

E quanti leggono ciò che scrive,
nel dolore letto sentono proprio
non i due che egli ha provato,
ma solo quello che essi non hanno.

E così sui binari in tondo
gira, illudendo la ragione,
questo trenino a molla
che si chiama cuore.

F. Pessoa

martedì 13 agosto 2013

Dove vai per le strade di Roma

Dove vai per le strade di Roma,
sui filobus o i tram in cui la gente
ritorna? In fretta, ossesso, come
ti aspettasse il lavoro paziente
da cui a quest'ora gli altri rincasano?
È il primo dopocena, quando il vento
sa di calde miserie familiari
perse nelle mille cucine, nelle
lunghe strade illuminate,
su cui più chiare spiano le stelle.
Nel quartiere borghese, c'è la pace
di cui ognuno dentro si contenta,
anche vilmente, e di cui vorrebbe
piena ogni sera della sua esistenza.
Ah, essere diverso - in un mondo che pure
è in colpa - significa non essere innocente...
Va, scendi lungo le svolte oscure
del viale che porta a Trastevere:
ecco, ferma e sconvolta, come
dissepolta da un fango di altri evi
- a farsi godere da chi può strappare
un giorno ancora alla morte e al dolore -
hai ai tuoi piedi tutta Roma...


Scendo, attraverso Ponte Garibaldi,
seguo la spalletta con le nocche
contro l'orlo rosicchiato della pietra,
dura nel tepore che la notte
teneramente fiata, sulla volta
dei caldi platani. Lastre d'una smorta
sequenza, sull'altra sponda, empiono
il cielo dilavato, plumbei, piatti,
gli attici dei caseggiati giallastri.
E io guardo, camminando per i lastrici
slabbrati, d'osso, o meglio odoro,
prosaico ed ebbro - punteggiato d'astri
invecchiati e di finestre sonore -
il grande rione familiare:
la buia estate lo indora,
umida, tra le sporche zaffate
che il vento piovendo dai laziali
prati spande su rotaie e facciate.



E come odora, nel caldo così pieno
da esser esso stesso spazio,
il muraglione, qui sotto:
da ponte Sulpicio fino sul Gianicolo
il fetore si mescola all'ebbrezza
della vita che non è vita.
Impuri segni che di qui sono passati
vecchi ubriachi di Ponte, antiche
prostitute, frotte di sbandata
ragazzaglia: impure traccie
umane che, umanamente infette,
son lì a dire, violente e quiete,
questi uomini, i loro bassi diletti
innocenti, le loro misere mete.




Pier Paolo Pasolini, La religione del mio tempo