domenica 29 settembre 2013

Per Tess

Giù nello Stretto le onde schiumano
come dicono qui. Il mare è mosso e meno male
che non sono uscito. Sono contento d'aver pescato
tutto il giorno a Morse Creek, trascinando avanti
e indietro un Daredevil rosso. Non ho preso niente.
Neanche un morso. Ma mi sta bene così. È stato bello!
Avevo con me il temperino di tuo padre e sono stato seguito 
per un po' da una cagnetta che i padroni chiamavano Dixie.
A volte mi sentivo così felice che dovevo smettere 
di pescare. A un certo punto mi sono sdraiato sulla sponda
e ho chiuso gli occhi per ascoltare il rumore che faceva l'acqua
e il vento che fischiava sulla cima degli alberi. Lo stesso vento
che soffia giù nello Stretto, eppure è diverso.
Per un po' mi son lasciato immaginare che ero morto
e mi stava bene anche quello, almeno per un paio 
di minuti, finché non me ne sono ben reso conto: Morto.
Mentre me ne stavo lì sdraiato a occhi chiusi, 
dopo essermi immaginato come sarebbe stato
se non avessi davvero potuto più rialzarmi, ho pensato a te.
Ho aperto gli occhi e mi sono alzato subito
e son ritornato a esser contento.
È che te ne sono grato, capisci. E te lo volevo dire.



Raymond Carver, Orientarsi con le stelle, minimum fax

lunedì 23 settembre 2013

Propositi di Settembre

Siccome il precedente e remoto post con la lista di cose da fare non è servito a 'na beneamata minchia, mi pare giusto riprovarci. 
Voglio dire, Settembre è tutto un farò questo, farò quello, studierò giorno per giorno, farò jogging tutti i mercoledì i venerdì e le domeniche al Santa Maria della Pietà, resisterò alla tentazione di giocare 24/7 a Pokémon X, darò Anatomia al primo appello. Minchiate.

Dunque vediamo:

- terminerò il racconto fermo a 3/4  Fatto!

- scriverò qualche cosa con più di due personaggi Bah, volendo

- troverò quel qualcosa che m'impedisce di sbrogliare la matassa di Ultime giaculatorie a Santa Brigida

- mi farò venire un'idea per quella roba su Juventus-Lecce En train de


Diciamo entro la fine del semestre.

venerdì 13 settembre 2013

Fa' la cosa giusta

(Un racconto, finalmente un racconto, ué!)



Ho detto a Lavinia che non sono fidanzato, ma non so perché l’ho fatto. Lavinia è una bella donna, anche se non quanto Claudia; si starà chiedendo chi sia la ragazza con cui mi ha visto l’ultima volta, mi ha guardato con una faccia… Sono in ritardo. Chiudo la porta dell’ufficio, do un’occhiata veloce al corridoio e scendo le scale.

Sono tutto sudato, accidenti se fa caldo. Ho lasciato l’auto nel parcheggio dietro l’ASL – un po’ più nascosta del solito – e faccio gli ultimi passi che mi separano da lei quasi di corsa. Apro lo sportello, mi siedo, chiudo gli occhi; mentre aspetto che l’aria condizionata si diffonda mi sbottono i polsini della camicia e arrotolo le maniche fino ai gomiti. Ho i vestiti appiccicati alla pelle e la faccia tutta sudata, i jeans mi stanno facendo morire. Sono quasi le nove. Fra cinque minuti dovrei essere in un’aula ad ascoltare uno dei medici del dipartimento di igiene pubblica parlare del depuratore che dà sul nostro litorale, uno dei soliti corsi di formazione cui nessuno presta mai attenzione. 


Faranno a meno di me per questa volta.

lunedì 9 settembre 2013

Un taglio di capelli

Tante di quelle cose impossibili sono già
successe in questa vita. Lui non ci pensa su
due volte quando lei gli dice di prepararsi:
fra poco gli taglierà i capelli.


Si siede sulla sedia nella stanza di sopra, 

quella che, scherzando, chiamano
la biblioteca. C'è una finestra lì
che dà una buona luce. La neve viene
giù là fuori come i fogli di giornale si raccolgono
attorno ai suoi piedi. lei gli avvolge un grande
asciugamano attorno alle spalle. Poi
tira fuori le forbici, il pettine e la spazzola.

È la prima volta che stanno soli

insieme da un bel pezzo - senza che nessuno
debba andare in qualche posto o abbia bisogno
di fare qualche cosa. A parte quando vanno
a letto insieme. Quel tipo di intimità.

sabato 7 settembre 2013

La sentenza

Ed è caduta la parola di pietra
Sul mio petto ancor vivo.
Non è nulla, vi ero preparata,
Ne verrò a capo in qualche modo.

Ho molto da fare, oggi:
Bisogna uccidere fino in fondo la memoria,
Bisogna che l'anima si pietrifichi,
Bisogna di nuovo imparare a vivere,

Se no... l'ardente stormire dell'estate,
Come una festa oltre la finestra.
Da tempo avevo presentito questo
Giorno radioso e la casa vuota.

1939. Estate.


Anna Achmatova, Requiem

venerdì 6 settembre 2013

Le ragazze, quelle che camminano

Le ragazze, quelle che camminano,
con stivali di occhi neri
sui fiori del mio cuore.
Le ragazze, che hanno abbassato le lance
sul lago delle proprie ciglia.
Le ragazze, che si lavano i piedi
nel lago delle mie parole.


Velimir Chlebnikov, 47 poesie facili e una difficile, Quodlibet