giovedì 31 luglio 2014

Restiamo a casa

Michele Nardella è un buono a nulla, pensò Giacinta. Non c’era niente da fare, la macchia d’umidità era lì, sul soffitto; la vedeva anche solo grazie alla luce della luna, sommata a quella proveniente dall’abat-jour; senza contare poi i problemi agli occhi che si portava dietro da almeno vent’anni. Miopia, astigmatismo, ipermetropia, uno valeva l’altro… il succo era che senza occhiali vedeva poco e niente, ed era comunque abbastanza per riconoscerne il contorno. Vernice professionale un corno, trattamento antimuffa dei miei stivali. La fissava da almeno un quarto d’ora, stesa a pancia in su; non sapeva che ore fossero e si stava convincendo che anche quella notte sarebbe passata così: un quarto d’ora il soffitto, mezz’ora di rosario, di nuovo il soffitto e poi cosa? La coroncina alla Divina Misericordia, quella al Pane Eucaristico, nella speranza di essere talmente stanca da cadere nel sonno per sfinimento.