sabato 29 marzo 2014

Antigene

[Perché la sindrome pre-mestruale è una cosa seria]


Questa storia è cominciata due mesi fa, diciamo. Posso indicare con molta lucidità anche il momento preciso: una sera in cui avevamo ospiti e non vedevamo l’ora che se ne andassero.
Abbiamo aspettato che i nostri amici oltrepassassero la porta di casa, poi ci siamo guardate negli occhi come a dire “lo facciamo?”, per darci coraggio. Marta si vergognava, così come si vergognava da morire quella volta che in un negozio di abbigliamento 0-12 anni ha dovuto chiedere alla commessa: «Una tutina, per favore.»
Ha dei problemi con i vezzeggiativi e in generale con le parole un po’ sdolcinate, te ne accorgerai. Per lo meno, all’epoca ne aveva.

martedì 18 marzo 2014

Le 3,16 e mezzo...

Dovrei essere un grande poeta
E il pomeriggio casco dal sonno
So che la morte mi viene addosso
Come un toro gigantesco
E il pomeriggio casco dal sonno
So di guerre e di uomini che si battono nell’arena
Apprezzo la buona cucina, il vino e le donne
E il pomeriggio casco dal sonno,
mi piego al sole dietro una tenda gialla
mi chiedo dove sono finite le mosche dell’estate
ricordo la morte sanguinosa di Hemingway
e il pomeriggio casco dal sonno.

Un giorno non cascherò dal sonno, il pomeriggio,
un giorno scriverò una poesia che di quelle colline laggiù
farà vulcani
ma ora casco dal sonno, il pomeriggio,
e qualcuno mi chiede: «Bukowski, che ore sono?»
e io dico: «le 3,16 e mezzo».
Mi sento in colpa, mi sento odioso, inutile,
pazzo, mi sento
cascare dal sonno il pomeriggio,
bombardano le chiese, okay, va bene,
nel parco i bimbi cavalcano i ponies, okay, va bene,
le biblioteche sono piene di migliaia di libri di scienza,
una gran musica aspetta dentro la radio vicina
e il pomeriggio io casco dal sonno,
ho in me questa tomba che dice:
ah, gli altri facciano pure, vincano pure,
lasciatemi dormire,
la saggezza è nelle tenebre
spazzare nelle tenebre come scope,
vado dove sono andate le mosche dell’estate,
acchiappatemi se vi riesce.


Charles Bukowski